giovedì 5 marzo 2015

Viaggio da sola...a Parigi 2

Prima di partire

Per fare una bella esperienza c'è una cosa che secondo me é importante:
prepararsi. non solo negli aspetti pratici, ma anche nell'equipaggiamento emotivo. Stare bene da soli è un requisito importante, se manca sarebbe opportuno svilupparlo prima di partire. Un bel po' prima di partire.





Se mangiare da soli a cena comporta disagio allora consiglio di partire con la consapevolezza che sarà il momento meno coinvolgente e più difficile della giornata, se cenare da soli comporta il panico, non partire! Non è obbligatorio.
Se non ci sono alternative cenare in camera, ha i suoi risvolti piacevoli, poi le cose cambieranno e si finirà per condividere il pranzo o la cena con altre persone. A me é capitato di pranzare per tre ore con una ragazza australiana trasferitasi a Parigi e con una Parigina di origini marocchine. Abbiamo parlato di Parigi, ovviamente, dell'Italia, altrettanto ovviamente, ma anche di teatro, arte, creativitá, vacanze e Peppa Pig.

Ma attenzione, se sulla fronte compare il marchio della sofferenza, dell'imbarazzo e della colpa per essere finiti a mangiare da soli è certo che sarà più difficile avere qualcuno che ti rivolga la parola. Quindi disinvoltura e scioltezza. Lasciare stare i superalcolici.

Se non si possono evitare gli sguardi incuriositi di alcuni passanti (proprio alcuni perché alla fine la verità è che la gente si fa i cavoli propri) il suggerimento è regalare un sorriso inaspettato e anche un po' pazzoide.




Durante il viaggio

Dico sia importante essere onesti con se stessi, il contrario è un grave torto nei propri confronti.

Si può avere da sempre il desiderio o il proposito di fare un viaggio in solitaria ma spesso capita che, per comodità, abitudine, opportunità e tempo, si abdichi o si rimandi il proposito per passare il tempo in compagnia di chi ci sta normalmente vicino. E più comodo. Finiamo quindi con il viaggiare soli proprio nel momento in cui "soli" lo siamo veramente.




Quello che consiglio è di farlo prima. È un'esperienza che arricchisce, un nutriente multi vitaminico antiossidante.

Se si inizia a viaggiare quando soli lo si è veramente, che lo si volesse prima o lo si decida dopo, il consiglio basato sull'esperienza personale è di essere onesti e indulgenti. Se bussa la solitudine lasciarla entrare, se arriva la tristezza, lasciarla salire.
Non chiedersi come mandarla via e non fare niente per liberarsene. Ma ascoltarla, sentirla, accettarla. Come è salita così se ne va (a una velocità sorprendente!).

La mia politica al riguardo è stata: se passato o futuro arrivano, dire ciao e tornare al presente, pieno e solido. Non riempire ogni momento di "rumore" per non sentire, ma neanche buttarsi nel baratro a tutti i costi. Godersi quello che c'è, se è Parigi, non è poco!

Tutto il resto sono conseguenze pratiche e di buon senso. Per mangiare evitare posti romantici o grondanti ricordi, ma neanche seguire il cameriere che vi porta accanto al cesso nel tavolo di David Gnomo.
Chiedere il tavolo che dà sulla strada o sul centro del bistrot, io voglio guardare chi entra, chi esce e osservare tutto quello che succede, essere moderatamente esposta e non nascondermi dietro a un cartongesso, per la miseria!

E se chi entra e chi esce ci annoia allora moderatamente sì a un libro o a un taccuino, ma un categorico no al telefono e, ancora peggio, a facebook!






Prima di partire mi sono preparata a fondo e mi sono chiesta onestamente perché volevo partire da sola per Parigi e la risposta che mi sono data....non ha importanza. Qualsiasi sia la risposta, partire e poi tornare é una gran bella cosa.


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